Porto Empedocle, primavera 2016: L’aria della disfatta politica cagliava sugli “uomini del ventennio” empedoclino.
Un
anno prima Lillo Firetto aveva percorso sul fercolo, diretto verso Agrigento, una Via Spinola lucida di lacrime di
disperazione lasciando dietro di sé una pozza di cose non fatte prima che la
“pioggia della vergogna” cominciasse a bagnare le teste degli empedoclini ed
ogni anfratto del paese cambiando cavallo al destino.
Intanto
gli “uomini del ventennio”, sotto il tabarro dell’indifferenza, avevano accolto nelle liste i
consiglieri “congedati con disonore” e cominciato a prendere a forchettate le
nuvole incapaci di comprendere che stavano combattendo una battaglia contro
un’emozione che già correva per le strade ad asciugare la “pioggia della
vergogna”.
Ci
hanno provato in tutti i modi e tutti insieme gli uomini del “ventennio
empedoclino”, ugole esauste e braccia affaticate dai gesti.
E’
sceso in campo financo Lelio Castaldo impolverandosi le mani negli archivi
della Margherita, lui che non aveva mai avuto la curiosità di mettere le mani
tra le carte dell’ufficio ragioneria del Comune di Porto Empedocle. Ma quello sarebbe, “latu sensu”, giornalismo d’inchiesta che niente ha a che
vedere con i nemici (avversari?) che di tanto in tanto Castaldo s’inventa per
far sopravvivere il suo giornale.
Non
si combatte così un’emozione.
Oggi
l’opposizione ha trovato propria ragion di vita nel dissesto finanziario.
Il
buon Castaldo, sempre lui, sempre più interessato alle vicende empedocline, ha pubblicato una fotografia della recente
campagna elettorale del M5S che affermava di non essere “per il dissesto”.
Mi
chiedo dove stia l’incoerenza lamentata da Castaldo il quale dovrebbe sapere
che il dissesto non è un capriccio foglio di un’ubbia momentanea. Basterebbe
leggere ciò che ha scritto la Dottoressa Rizza.
Del
resto lo stesso Guarraci nella lettera inviata a “Sicilia24h” afferma:
“Qualcuno potrà dire era un atto dovuto, non si poteva fare altrimenti! Può
darsi che ciò sia vero, ma la signora Carmina lo sapeva in campagna elettorale,
ma ha detto e scritto altre cose.” Il “può darsi che ciò sia vero” detto da
Guarraci assume un particolare valore frutto anche di onestà che nello
specifico gli si può tranquillamente riconoscere.
Chiunque
può affermare di essere contro l’assunzione di antibiotici, ma se la febbre
raggiunge i quaranta gradi e i polmoni gridano non si potrà fare a meno di
volere assumerli.
In
questi due mesi l’Amministrazione
Carmina ha avuto contro un’opposizione sconosciuta a Firetto in nove anni ma si
tratta di un rigurgito del vecchio che vuole uscire dal tappetino di asfalto
sotto il quale è stata relegato.
Il
mantra è l’ inesperienza dei nuovi ma chi lo ripete si tira addosso le crasse risate
di coloro i quali hanno ben chiaro a cosa abbia portato l’esperienza.
Sono
tutti responsabili i signori del “ventennio empedoclino”: nessuno può dire “io non
c’ero” oppure “io ho fatto il mio dovere”. Il dissesto è cosa loro, lo hanno
accudito col silenzio e adesso vogliono
farne la Waterloo della Giunta Carmina.
“Todos
caballeros” avrebbe detto l’indimenticabile Giovanni Gibilaro.
E
poi ancora i giornalisti, nessuno ha
messo nel giusto risalto la débacle del vecchio potere empedoclino che è
rappresentata plasticamente dalla doppia sconfitta (primo e secondo turno) di
Filippo Caci, l’abile kingmaker del “ventennio empedoclino”, spazzato via da
un’emozione.
In
compenso su Sicilia24h, il giorno dopo l’elezione del Presidente del Consiglio
Comunale di Porto Empedocle, abbiamo letto “La Dottoressa Marilù Caci…eletta …”
mentre abbiamo letto e continuiamo a leggere Ida Carmina, Anna Alba, Ettore di
Ventura ecc. senza ostentazione di titoli alcuni.
Il
giornalismo di oggi, parafrasando Longanesi, entra nella casa del potere e ne
esce socio.
Adolfo Montagna
Chi volesse assistere a una seduta del nostro consiglio comunale, non potrà fare a meno di notare il clima ostile dell'Opposizione nei confronti del Sindaco e della sua Giunta. Lo stupore di codesta persona sarebbe giustificabile (poiché il Sindaco è da pochissimo tempo che ha preso in mano, letteralmente, le sorti del nostro disastrato Comune) solo se non fosse un marinisi, infatti ad un'attenta visione dei personaggi che hanno la fortuna di onorare la carica di consigliere comunale... un empedoclino non farebbe altro che alzare le spalle e pensare che tutto si stia svolgendo secondo programma. Già, ma quale programma? Questa è la domanda che mi faccio continuamente, dato per scontato che l'ideatore del programma lo conosciamo tutti e sinceramente dal mio punto di vista conta fino ad un certo punto. L'emozione di un paese, per usare la sua bella espressione, viene repressa non solo dal "ventennio empedoclino" ma da tutti quelli che per malafede o anche per semplice ignoranza tradiscono il "dialogo politico" del Consiglio Comunale. La parola dialogo deriva dal greco ed è composta da due elementi; "dia" che vuol dire fra, in mezzo a, e "logos" che vuol dire ragione, significato, parola. La "ragione" come verità che si manifesta fra due o più entità, e non come monopolio di un unico agente. Nella filosofia socratica il "dialogo" è uno strumento che tende, grazie all'interrogazione tra due o più soggetti, ad eliminare o correggere un errore per arrivare ad una verità condivisa. Non pretendo che i nostri consiglieri debbano possedere cotanta conoscenza (sic!) ma avere percezione che la Res publica va custodita, difesa, amata con e solo il "dialogo politico" credo che sia il minimo sindacabile da pretendere da questi pseudo politici. Mi aspettavo che il "ventennio empedoclino" riconosciuta la sconfitta politica, facendo autocritica e mettendo da parte interessi di partito -ma forse la parola partito è fuori luogo- si apprestasse ad una stagione di collaborazionismo totale con il sindaco la sua Giunta. Ad oggi sembrerebbe non essere così, non accettare il dissesto, a mio modesto parere, è pura follia. Dare colpe al nuovo Sindaco, tipo l'eterna crisi della spazzatura, non solo è scorretto ma direi che è vile da parte dei consiglieri, o di chi ci sta dietro, e triste per tutti quei giornalisti che ci scrivono sopra. Non voglio entrare in merito alle querelle giornalistiche locali, voglio solo esprimere la mia riflessione al suo commento che trovo conciso, corretto ed espressione di una larga maggioranza di marinisi. Per concludere, credo che il male più grande di questo paese non sia solamente il grosso debito del Comune, non c'è bisogno di nessuna Corte dei Conti per dichiarare il "Dissesto" a Porto Empedocle, poiché è da anni che questo fantasma si aggira per le strade e i vicoli della città. Questo spettro non porta con se il fardello finanziario ma uno ancora più pesante, ed è il "Dissesto" politico, sociale e culturale di un'intera comunità.
RispondiEliminaCordialmente la saluto
Giuseppe Grassonelli