Quando Palazzo Montagna
cadrà non ci sarà l’ing. Principato di turno pronto a dire che “è stata colpa
del vento” o, magari, colpa della salsedine. In quel momento anche agli occhi più distratti si disvelerà la vera natura
dell’amministrazione Firetto.
Crollerà “il regno della virtù”,
inteso come amore della cosa pubblica, e impietoso si staglierà il “falso regno della virtù”; i cittadini
passivi, quelli che, secondo Stuart Mill,
i governanti preferiscono, diverranno attivi, l’a-pensiero diventerà pensiero e
sarà pensiero critico frutto di sguardi che finalmente avranno il coraggio di
posarsi dove non avevano mai trovato il coraggio di posarsi.
Porto Empedocle tornerà a onorare il proprio passato politico.
Forse nascerà un’opposizione e Firetto
dovrà esserne contento perché una democrazia senza opposizione finisce con
l’ignorare i propri limiti. A Marco
Follini bastò aggrottare la fronte per esprimere il suo pensiero quando
sentì l’allora sindaco Paolo Ferrara
vantarsi dell’assenza di opposizione (Todos caballeros amava dire il mai troppo
rimpianto Giovanni Gibilaro).
Palazzo Montagna rappresenta, in nuce, il fallimento politico-amministrativo
di Firetto. Condensa inadempienze
amministrative e debolezze politiche, dona valore effimero alla parola cultura
di cui Firetto ha fatto uso e abuso limitandosi
però ad inscriverla nel mondo “camilleriano”.
RACCONTIAMO
IL PASTICCIACCIO
Palazzo Montagna è vincolato dalla Soprintendenza dal 2005 e ne è proprietario Salvatore Burgio, ex assessore della Giunta Firetto,.
Considerato che non è necessario descriverne le condizioni vediamo
quali obblighi comporta il vincolo che grava sull’immobile.
Secondo il Codice Urbani,
in sintesi, il proprietario (Salvatore
Burgio) deve provvedere a mettere in sicurezza l’immobile salvaguardandone
le parti di pregio architettonico; in difetto, il comune (Firetto) deve sostituirsi al proprietario (Burgio) rivalendosi poi sullo stesso (Burgio). Ebbene solo nel marzo 2011, due mesi prima che scadesse il
suo primo mandato, Firetto ha emesso
ordinanza nei confronti della “ditta
Burgio Salvatore”, inviata in via
Spinola 120. Da allora, a parte un intervento ridicolo, nulla è stato
fatto.
Bisogna aggiungere che Firetto
avrebbe potuto (dovuto?) espropriare l’immobile in forza dell’art. 838 del Codice Civile
che all’ultimo comma recita: <<La stessa disposizione – espropriazione - si applica se il deperimento dei beni ha per effetto di nuocere
gravemente al decoro delle città o alle ragioni dell'arte, della storia o della
sanità pubblica>>. Lascio giudicare ai lettori se il deperimento del Palazzo Montagna nuoccia <<gravemente
al decoro delle città o alle ragioni dell'arte, della storia o della sanità
pubblica>> e chiedo se seguendo le strisce
verdi destinate a condurre i turisti verso i <<…luoghi simbolo o di
particolare interesse storico, artistico, letterario e monumentale …>> i
turisti stessi arriveranno fino a Palazzo
Montagna. In tutto ciò si inserisce, come la gemma in un castone,
l’indirizzo al quale è stata spedita l’ordinanza a Salvatore Burgio: Via
Spinola n.120! Certamente avete presente dove si trova. Ricorro ancora al Codice Civile (art.43) per ricordare
che “La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”.
TROVARE
UNA SPIEGAZIONE
E’ difficile trovare una spiegazione a tutto ciò. L’inazione
amministrativa di Firetto è
preoccupante perché non può essere giustificata con un difetto di competenze. Forse
bisogna guardare agli equilibri politici per trovare qualche giustificazione.
Dica Firetto cosa gli
impedisce di far rispettare una legge mettendo a rischio la pubblica
incolumità, una immobile che è cultura e la sua carriera politica. Questa
vicenda è grave perché si protrae da troppo tempo a lascia adito a troppi dubbi
e timori visto anche ciò che è successo al Palazzo
Lojacono, a Zambuto e a un
nutrito gruppo di funzionari del Comune
di Agrigento. Mi piacerebbe sentire dall’ex assessore Burgio, considerato che in questi lunghi anni ha rilasciato qualche
intervista, se è l’unico proprietario dell’immobile o se lui è a capo di una
società che ne è proprietaria e mi piacerebbe sapere qualcosa in più da Firetto, che ha firmato l’ordinanza, su
quella residenza in Via Spinola 120.
ALTRA
CONSIDERAZIONE
Continuando nell’opera di propaganda del “regno della virtù” Firetto
ha indetto un tavolo tecnico per rendere
accessibile e fruibile a disabili e anziani la Scala dei Turchi: Encomiabile! Ma il
pensiero va subito a una Porto Empedocle piena di barriere architettoniche. Non è bastato un primo mandato e un
secondo abbondantemente iniziato per eliminarle. Che fare per i disabili
empedoclini che non possono prendere nemmeno un caffè al bar? Per caso Firetto
ha deciso di dedicarsi esclusivamente agli elettori che non votano a Porto
Empedocle?
E ANCORA
Ci sono poi i problemi legati al rigassificatore,
all’area Moncada, all’Enel, al piano regolatore, a un paese senza memoria storica, a un paese a
due (almeno due) facce: una, fatta di lustrini e di annunci, per gli elettori non empedoclini e l’altra, o
le altre, per quelli che votano a Porto
Empedocle che forse Firetto
ritiene acquisiti per sempre con la politica della “promessa mantenuta”.
Se a questo fosco panorama aggiungiamo le continue assenze (legittime
ma inopportune per in paese complesso come Porto
Empedocle) cui Firetto è
costretto dal doppio ruolo forse è il caso che cominci a pensare alle dimissioni.
Adolfo Montagna
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