martedì 16 agosto 2016

LA PIOGGIA DELLA VERGOGNA


Porto Empedocle, primavera 2016: L’aria della disfatta politica cagliava sugli “uomini del ventennio” empedoclino.
Un anno prima Lillo Firetto aveva percorso sul fercolo, diretto verso Agrigento,  una Via Spinola lucida di lacrime di disperazione lasciando dietro di sé una pozza di cose non fatte prima che la “pioggia della vergogna” cominciasse a bagnare le teste degli empedoclini ed ogni anfratto del paese cambiando cavallo al destino.
Intanto gli “uomini del ventennio”, sotto il tabarro dell’indifferenza, avevano accolto nelle liste i consiglieri “congedati con disonore” e cominciato a prendere a forchettate le nuvole incapaci di comprendere che stavano combattendo una battaglia contro un’emozione che già correva per le strade ad asciugare la “pioggia della vergogna”.
Ci hanno provato in tutti i modi e tutti insieme gli uomini del “ventennio empedoclino”, ugole esauste e braccia affaticate dai gesti.
E’ sceso in campo financo Lelio Castaldo impolverandosi le mani negli archivi della Margherita, lui che non aveva mai avuto la curiosità di mettere le mani tra le carte dell’ufficio ragioneria del Comune di Porto Empedocle.  Ma quello sarebbe, “latu sensu”,  giornalismo d’inchiesta che niente ha a che vedere con i nemici (avversari?) che di tanto in tanto Castaldo s’inventa per far sopravvivere il suo giornale.
Non si combatte così un’emozione.
Oggi l’opposizione ha trovato propria ragion di vita nel dissesto finanziario.
Il buon Castaldo, sempre lui, sempre più interessato alle vicende empedocline,  ha pubblicato una fotografia della recente campagna elettorale del M5S che affermava di non essere “per il dissesto”.
Mi chiedo dove stia l’incoerenza lamentata da Castaldo il quale dovrebbe sapere che il dissesto non è un capriccio foglio di un’ubbia momentanea. Basterebbe leggere ciò che ha scritto la Dottoressa Rizza.
Del resto lo stesso Guarraci nella lettera inviata a “Sicilia24h” afferma: “Qualcuno potrà dire era un atto dovuto, non si poteva fare altrimenti! Può darsi che ciò sia vero, ma la signora Carmina lo sapeva in campagna elettorale, ma ha detto e scritto altre cose.” Il “può darsi che ciò sia vero” detto da Guarraci assume un particolare valore frutto anche di onestà che nello specifico gli si può tranquillamente riconoscere.
Chiunque può affermare di essere contro l’assunzione di antibiotici, ma se la febbre raggiunge i quaranta gradi e i polmoni gridano non si potrà fare a meno di volere assumerli.
In questi due mesi  l’Amministrazione Carmina ha avuto contro un’opposizione sconosciuta a Firetto in nove anni ma si tratta di un rigurgito del vecchio che vuole uscire dal tappetino di asfalto sotto il quale è stata relegato.
Il mantra è l’ inesperienza dei nuovi ma chi lo ripete si tira addosso le crasse risate di coloro i quali hanno ben chiaro a cosa abbia portato l’esperienza.
Sono tutti responsabili i signori del “ventennio empedoclino”: nessuno può dire “io non c’ero” oppure “io ho fatto il mio dovere”. Il dissesto è cosa loro, lo hanno accudito col silenzio  e adesso vogliono farne la Waterloo della Giunta Carmina.
“Todos caballeros” avrebbe detto l’indimenticabile Giovanni Gibilaro.
E poi ancora i giornalisti, nessuno  ha messo nel giusto risalto la débacle del vecchio potere empedoclino che è rappresentata plasticamente dalla doppia sconfitta (primo e secondo turno) di Filippo Caci, l’abile kingmaker del “ventennio empedoclino”, spazzato via da un’emozione.
In compenso su Sicilia24h, il giorno dopo l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale di Porto Empedocle, abbiamo letto “La Dottoressa Marilù Caci…eletta …” mentre abbiamo letto e continuiamo a leggere Ida Carmina, Anna Alba, Ettore di Ventura ecc. senza ostentazione di titoli alcuni.
Il giornalismo di oggi, parafrasando Longanesi, entra nella casa del potere e ne esce socio.

                                                                                                       Adolfo Montagna