venerdì 2 settembre 2016

Non sanno vincere, non sanno perdere



Non sanno vincere, non sanno perdere.
Quando vincono litigano, litigano fino a rimuovere i sindaci che hanno proposto e fatto eleggere (Guarraci-Ferrara) oppure, in un’atmosfera politica cloroformizzata, creano il dissesto.
Confortati vecchio adagio che dice che quando si è toccato il fondo non resta altro che scavare, quando perdono vogliono subito rifarsi  e alzano i toni dello scontro fino al parossismo.
Sono loro, quelli del “ventennio”. Quando si mettono il “cappello del pensatore” pensano che chi difende  l’Amministrazione Carmina  ne voglia conquistare le grazie, ovvero che la Destra cerca di riciclarsi. Robetta, personaggetti direbbe il De Luca “crozziano”.
Ho visto morire il partito della sinistra empedoclina (PCI-PDS-DS-PD) più di vent’anni fa. L’ho visto morire  nel gesto pietoso e preconizzatore di un militante che appena fu chiara la vittoria di Carmelo Gibilaro entrò nel comitato elettorale del mai abbastanza rimpianto Tonino De Gregorio e strappò il filo al quale era collegata una lampadina che tristemente illuminava il nulla.
Cominciò da allora la “guarracizzazione” del partito e la gaurcacizzazione, che poi sarebbe diventata fercacizzazione e fircacizzazione,  della politica empedoclina. Cominciò il ventennio al termine del quale, parafrasando Prezzolini, si può dire: “Porto Empedocle finisce qui, ecco quel che resta”.
Per anni un sistema ipocrita ha prodotto effetti speciali che hanno fatto degli empedoclini dei Pangloss pronti a ripetere “tutto va per il meglio”.
Nel modus operandi di Firetto sembrava che delle tre “f” (feste, farina e forca), che secondo Ferdinando II di Borbone consentivano, allora, di ben governare, non ci fosse solo la terza. Un giorno, poi, mentre il sindaco prodigio fuggiva verso un’altra vittoria,  si scoprì che mancava anche la seconda “f”; era rimasta solo la prima.
Oggi quegli stessi uomini e qualche epigono di nuovo conio, con palese e peloso ritardo, hanno (ri)scoperto il valore dell’opposizione.  
Agitano il dissesto da essi creato come una clava  e compunti accarezzano i dipendenti comunali per quanto stanno subendo rendendo evidente l’ossimoro.
Le “ugole risanate” adesso parlano. Parlano ma non spiegano, hanno labbra tremolanti. Non spiegano il perché di un decennale silenzio e non lo fanno nemmeno i partiti. Spieghi il Commissario Gazziano per quale motivo la Direzione Provinciale del PD ha avallato, anch’essa col silenzio, l’inerzia del Circolo empedoclino.
Silenzio, è bene chiarirlo, che ha riguardato non solo l’aspetto finanziario ma anche le incompiute, le demagogia delle promesse mantenute, le barriere architettoniche, la demolizione di immobili vincolati, i lavori della Via Roma, lo stato di incuria in cui si trova tutta la Porto Empedocle che non è la Via Roma.
Spieghino lorsignori, spieghino. 
I responsabili del dissesto e gli sconfitti stanno conducendo due battaglie parallele: i primi per evitare i rigori della legge, i secondi per risuscitare.
Ida Carmina vuole il dissesto” è il mantra con il quale la si accusa quasi di un capriccio. Ma le orecchie disposte all’ascolto sono poche.
Se “il fato ammaestra anche uno stolto” dovrebbero ricordare come riuscirono a rimuovere Carmelo Gibilaro, con quali numeri e con quali alleati. Oggi non sarebbe referendum, ma se domani si dovesse votare nuovamente Ida Carmina vincerebbe ancor più nettamente.
Hanno commesso troppi errori e continuano a commetterne.  

Adolfo Montagna

martedì 16 agosto 2016

LA PIOGGIA DELLA VERGOGNA


Porto Empedocle, primavera 2016: L’aria della disfatta politica cagliava sugli “uomini del ventennio” empedoclino.
Un anno prima Lillo Firetto aveva percorso sul fercolo, diretto verso Agrigento,  una Via Spinola lucida di lacrime di disperazione lasciando dietro di sé una pozza di cose non fatte prima che la “pioggia della vergogna” cominciasse a bagnare le teste degli empedoclini ed ogni anfratto del paese cambiando cavallo al destino.
Intanto gli “uomini del ventennio”, sotto il tabarro dell’indifferenza, avevano accolto nelle liste i consiglieri “congedati con disonore” e cominciato a prendere a forchettate le nuvole incapaci di comprendere che stavano combattendo una battaglia contro un’emozione che già correva per le strade ad asciugare la “pioggia della vergogna”.
Ci hanno provato in tutti i modi e tutti insieme gli uomini del “ventennio empedoclino”, ugole esauste e braccia affaticate dai gesti.
E’ sceso in campo financo Lelio Castaldo impolverandosi le mani negli archivi della Margherita, lui che non aveva mai avuto la curiosità di mettere le mani tra le carte dell’ufficio ragioneria del Comune di Porto Empedocle.  Ma quello sarebbe, “latu sensu”,  giornalismo d’inchiesta che niente ha a che vedere con i nemici (avversari?) che di tanto in tanto Castaldo s’inventa per far sopravvivere il suo giornale.
Non si combatte così un’emozione.
Oggi l’opposizione ha trovato propria ragion di vita nel dissesto finanziario.
Il buon Castaldo, sempre lui, sempre più interessato alle vicende empedocline,  ha pubblicato una fotografia della recente campagna elettorale del M5S che affermava di non essere “per il dissesto”.
Mi chiedo dove stia l’incoerenza lamentata da Castaldo il quale dovrebbe sapere che il dissesto non è un capriccio foglio di un’ubbia momentanea. Basterebbe leggere ciò che ha scritto la Dottoressa Rizza.
Del resto lo stesso Guarraci nella lettera inviata a “Sicilia24h” afferma: “Qualcuno potrà dire era un atto dovuto, non si poteva fare altrimenti! Può darsi che ciò sia vero, ma la signora Carmina lo sapeva in campagna elettorale, ma ha detto e scritto altre cose.” Il “può darsi che ciò sia vero” detto da Guarraci assume un particolare valore frutto anche di onestà che nello specifico gli si può tranquillamente riconoscere.
Chiunque può affermare di essere contro l’assunzione di antibiotici, ma se la febbre raggiunge i quaranta gradi e i polmoni gridano non si potrà fare a meno di volere assumerli.
In questi due mesi  l’Amministrazione Carmina ha avuto contro un’opposizione sconosciuta a Firetto in nove anni ma si tratta di un rigurgito del vecchio che vuole uscire dal tappetino di asfalto sotto il quale è stata relegato.
Il mantra è l’ inesperienza dei nuovi ma chi lo ripete si tira addosso le crasse risate di coloro i quali hanno ben chiaro a cosa abbia portato l’esperienza.
Sono tutti responsabili i signori del “ventennio empedoclino”: nessuno può dire “io non c’ero” oppure “io ho fatto il mio dovere”. Il dissesto è cosa loro, lo hanno accudito col silenzio  e adesso vogliono farne la Waterloo della Giunta Carmina.
“Todos caballeros” avrebbe detto l’indimenticabile Giovanni Gibilaro.
E poi ancora i giornalisti, nessuno  ha messo nel giusto risalto la débacle del vecchio potere empedoclino che è rappresentata plasticamente dalla doppia sconfitta (primo e secondo turno) di Filippo Caci, l’abile kingmaker del “ventennio empedoclino”, spazzato via da un’emozione.
In compenso su Sicilia24h, il giorno dopo l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale di Porto Empedocle, abbiamo letto “La Dottoressa Marilù Caci…eletta …” mentre abbiamo letto e continuiamo a leggere Ida Carmina, Anna Alba, Ettore di Ventura ecc. senza ostentazione di titoli alcuni.
Il giornalismo di oggi, parafrasando Longanesi, entra nella casa del potere e ne esce socio.

                                                                                                       Adolfo Montagna

martedì 29 marzo 2016


Io so, e lo dico “pasolinianamente”, come andranno le prossime elezioni a Porto Empedocle: le vincerà il gruppo di potere politico-elettorale che ha (s)governato Porto Empedocle nel ventennio, il nostro ventennio, trascorso dalla rimozione del Sindaco Gibilaro.
Le vinceranno loro non perché siano particolarmente bravi ma perché l’opposizione non esiste e non può definirsi tale  quella che ha cominciato a schiamazzare non appena Firetto ha imboccato la Via Vincenzella in direzione Agrigento.
Solo fotografie del degrado, parole tremolanti per illustrarlo e qualche timido “like” su facebook, agorà inutile dove tutti sono vestiti da Superman.
Nessun nome dei colpevoli, solo quello di Firetto. Scelgono come sempre la strada più facile, rettilinei senza curve e senza incroci. Non sia mai che ad un incrocio possano  incontrare Aretè.
Nessuno che abbia fatto il nome di un consigliere comunale, ma ne servono almeno venti (!), nessun che abbia fatto il nome di un assessore, e sono parecchi quelli da fare (!), nessuno che abbia fatto il nome dei manovratori del consenso, ne basterebbe uno (!).
E tutti andrebbero additati al pubblico ludibrio (absit iniurua verbis).
Come si vuole costruire la nuova Porto Empedocle in così omertosa guisa?
Chi conosce le cose di Porto Empedocle sa anche di un demiurgo, “inventore di sindaci”,  di candidati non empedoclini che alle elezioni regionali sono venuti a prendersi più di mille voti non essendo mai stati a Porto Empedocle durante campagna elettorale (Francesco Di Mare ci ha pure scritto un articolo su “La Sicilia”).
Manca il coraggio, è sempre mancato.
Continuino pure, gli oppositori di nuovo conio, a fotografare il degrado e le incompiute, a registrare le voci di abili abbaiatori alla luna.
Abbaino essi stessi, non servirà a niente.
Nudi di coraggio, quindi, i nuovi oppositori sciamano in tutte le direzioni smozzicando parole di libertà e di buon governo senza accorgersi di farlo solo perché glielo stanno consentendo ben sapendo, però, che  quando verrà il momento a qualcuno basterà aprire un elenco telefonico, scegliere una pagina a caso, un nome a caso e il nuovo candidato sindaco sarà già vestito di vittoria.

29 marzo 2016

sabato 26 marzo 2016



PORTO EMPEDOCLE: VENTI ANNI SENZA DEMOCRAZIA
Porto Empedocle è un nodo di Gordio che attende la spada che lo taglierà.
Perché sia diventata tale è difficile dirlo a meno che non si voglia cavalcare il mainstream “Firetto” che, certo, non è esente da responsabilità ma che non è il nodo di Gordio, semmai la conseguenza.
La luce corrusca, che da Porto Empedocle aveva preso a diffondersi verso Agrigento e oltre, d’improvviso s’è spenta e non solo metaforicamente. Sono così cominciati schiamazzi forieri del niente, flatus vocis di gente che sta ancora nella caverna del filosofo e continua ad accontentarsi di ombre ingannatrici: chi ne uscirà? Chi potrà impugnare la spada per tagliare il nodo di Gordio?
Porto Empedocle è un disastro oggi in mano a interpreti dell’opposizione, folgorati sulla via del buon governo, che ne stanno facendo  un “bue squartato”. Ognuno di essi, cioè, cerca di ritagliarsi dalla carcassa del bue una bella bistecca e se la cucina a modo suo. Spera di  offrire sempre qualcosa di sostanzioso, ma le voci che si sentono vengono tutte dalla “caverna” e nessuna di esse ha il coraggio di dire “scusate il ritardo”, solo j’accuse da bocche da cui sarebbe “più degno il silenzio ch’il parlare” almeno per non sentir quell’”Io”, il più maleducato di tutti i pronomi.
Vent’anni, o quasi, senza pòlemos sono vent’anni senza democrazia e senza controlli la cui assenza ha prodotto dissesto finanziario (chiamiamola per come si deve la situazione finanziaria di Porto Empedocle) e altro, tanto altro.
Potrà impugnare la spada  colui  che riuscirà a capire il perché del vuoto sostanziale e del brutale silenzio che avvinghiano la società empedoclina trasformando la paura di scegliere e il terrore delle responsabilità, questa sorta di nichilismo, in un grido di esistenza e di rivolta che dovrà venire dagli empedoclini che sapranno guardare con sguardo veritativo ad una classe politica divenuta apolitica, poiché in essa non si trova più alcun orientamento al bene della polis.
Potrà impugnare la spada chi saprà interpretare il conformismo come dittatura e la miseria come forza vitale e morale al fianco della quale combattere; un uomo della realtà, un moralista perfino, capace di guardare alle cose “sub specie imperfectionis”.
Non è facile mentre è facile capire che a nulla valgono pelosi appelli ecumenici ispirati, dicono, dalla straordinarietà della situazione.
Ne frattempo qualcuno, ne conto venti ma solo per cominciare, dovrebbe fare un passo avanti dicendo di voler fare un passo indietro.

Adolfo Montagna 
Puccllicado si Grandangolo del 19/3/2016