venerdì 5 ottobre 2018

In una società in cui gli uomini sono posseduti dal desiderio inesauribile di avere sempre di più (pleonexia), sapere che Domenico Lucano non abbia tratto vantaggi economici dalle violazioni della legge che gli vengono addebitate ci fa tirare un sospiro di sollievo. Più difficile, al momento, è capire se anche lui sia posseduto dalla passione del potere e del possesso (libido domimandi).
Resta da appurare come siano stati utilizzati fondi dello Stato ma ciò non soffoca il nostro sollievo.
Pur agli arresti domiciliari, Lucano è entrato a far parte, honoris causa, mi viene da dire, della numerosa, controversa, ma anche nobile famiglia dei disobbedienti della quale fanno parte, a diverso titolo e con diversa dignità, da Socrate ai terroristi, senza dimenticare le nazioni disobbedienti.
I disobbedienti sono tali ognuno a suo modo, alcuni di essi hanno affascinato diverse generazioni fino a diventare icone ormai impresse nel marmo della storia.
Disobbediente nei confronti della società fu Thoreau, con la sua “vita nei boschi” che ci parla ancora oggi, disobbediente fu Rosa Parks con quel rifiuto aperto e “inconcepibile” che le valse il carcere, disobbediente fu Franca Viola che subì uno stupro, sfidò il sentire comune del tempo senza rinnegare i propri principi, disobbediente fu Socrate che, accusato di empietà, pur potendo fuggire con l’aiuto dell’amico Critone, accetto la cicuta per riaffermare la fedeltà alla legge il cui rispetto aveva sempre insegnato.
No, per quello che ad oggi sappiamo, non posso considerare Lucano un disobbediente. 


                                                                               Adolfo Montagna 

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