martedì 30 novembre 1999

E se fosse un "re Travicello"?


Che popolo ammodo,
che Principe sodo,
che santo modello
un Re Travicello.
Dopo cinque anni di sindacatura poco o nulla è cambiato nella situazione politica empedoclina. Firetto non è riuscito a rafforzarsi, sente la sua fragilità e nonostante un’elezione scontata chiama a raccolta Camilleri, comunista a Roma neo-democristiano a Porto Empedocle autore, nel passato, di giudizi positivi anche sull’amministrazione Ferrara, chiama pure Tabacci e, mi dicono, anche Follini. La chiamata a raccolta dei big deve essere stata frettolosa tanto da provocare il “pasticcio” Camilleri e prova la fragilità di Firetto e di una candidatura che avrebbe potuto avere prospettive di vittoria più complicate se “il signore del consenso” avesse deciso in modo diverso. Suo avversario sarà Paolo Ferrara, alleato di ieri che potrà metterlo in difficoltà quantomeno nei contenuti. Ferrara dovrà raccontare tante cose se vorrà essere credibile e assumere domani la leadership dell’opposizione tanto più in un partito come l’Italia dei Valori e noi dovremo ricordarci che il gruppo che sostiene oggi Firetto amministra Porto Empedocle dal dopo-Gibilaro. Comincio col dire che Ferrara non potrà continuare a parlare in modo generico di “cattive compagnie”, ma dovrà dire quali erano e perché le definisce “cattive”. Dovrà raccontare come funzionava le gestione del potere, dovrà raccontare il vero perché delle dimissioni e non la vulgata invalsa buona, forse, solo per i gonzi.
La chiamata a raccolta dei big ci mostra Firetto come una sorta di Vitangelo Moscarda al contrario. Un Firetto che a fronte dei peana che giungono soprattutto da fuori e quindi da chi non conosce la realtà empedoclina, ha contezza della propria debolezza politico-elettorale  e quindi sente il bisogno degli “effetti speciali” da mostrare agli empedoclini e al “signore del consenso” o “Zeus” per restare al “Re Travicello” della favola di Esopo: la raffinatezza politica e culturale quindi, contro il potere dei numeri. E questo anche in prospettiva futura. Già, perché Firetto deve dire con chiarezza cosa farà quando arriveranno le elezioni regionali e politiche. La debolezza Firetto l’ha mostrata accettando l’apparentamento con la lista Città Nuova tra i cui candidati c’è quell’assessore Burgio che ha a lungo violato il Codice Urbani, costringendo lo stesso Firetto a violarlo e con quella residenza in Via Spinola 120, esatto opposto della bat-villa del figlio della Moratti. Chissà se in questo caso si configura il falso ideologico.
La debolezza Firetto l’ha dimostrata rimanendo in silenzio sugli undici incarichi professionali conferiti a Troja (il presidente che parla di sé in terza persona come Giulio Cesare nel “De bello Gallico” e come Maradona) dall’amministrazione Ferrara e su quello, a quanto pare imbarazzante, cui faceva cenno un volantino di Forza Italia di qualche tempo fa. A tale proposito Ferrara ha il dovere di spiegarci qualche cosa: Perchè tanti incarichi a Troja fino a “incastrarli” sapientemente con gli incarichi di consulenza? Lo sponsorizzava qualcuno? Qual è l’incarico di cui scriveva Forza Italia? E Lillo Firetto ha una così bassa soglia di sensibilità etica o cos’altro? E il Codice Etico che fine ha fatto? Ormai gli empedoclini sanno di questi fatti ed il silenzio di Firetto e quantomeno imbarazzante per lui e per il Paese.
Sicuramente il meccanismo politico paga la mancanza di un’opposizione visto che da un po’ di tempo a questa parte il primo cruccio degli sconfitti e di correre in soccorso del vincitore: “todos caballeros”, amava dire Giovanni Gibilaro.
Con il prossimo volantino parlerò dell’area concessa a Moncada, di Piazza Marina, di barriere architettoniche, di cultura della memoria, di promesse mantenute e onestà intellettuale.
Adolfo Montagna

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