martedì 30 novembre 1999

Lettera aperta al Sindaco Firetto

Egregio Sindaco,

come certamente sai ti ho scritto una lettera indirizzata anche, per conoscenza, alla Soprintendenza ai BB.CC.AA. sul Palazzo Montagna, vincolato dalla stessa Soprintendenza con D.D.G. 6690 del 27 luglio 2005 e di proprietà dell’assessore Burgio.

Progettato dall’Arch. Gravanti, progettista anche dell’immobile che ospita la Camera di Commercio di Agrigento, oggetto di uno studio particolareggiato sulla rivista di architettura “Demetra”, oggi il Palazzo Montagna è in condizioni di estremo degrado perché l’assessore Burgio non si è curato di ottemperare alle prescrizioni del Codice Urbani. Ha acquistato l’immobile “per sottrarlo alle aspirazioni di speculatori edilizi che erano pronti a demolirlo per farne chissà cosa” perchè “sono un amante di queste opere d’arte e intendo riportarlo a nuova vita … ci vogliono molti soldi per ristrutturare il tutto, già messo in sicurezza. Al momento questi soldi non ci sono” (“La Sicilia” 20/3/09)

E’ giusto chiosare dicendo che è un modo di agire ben strano quello di acquistare per sottrarre agli speculatori senza avere i soldi, consegnando di fatto l’immobile alle offese del tempo che passa e degli agenti atmosferici. Occorre altresì precisare che quando Burgio dice di aver messo in sicurezza l’immobile intende dire che lo ha transennato per preservare la pubblica incolumità e basta.

Bisogna dire, eccome se bisogna farlo, che il comune ha dei doveri e una facoltà.

Cominciamo dalla facoltà: il Comune ha la facoltà di espropriare, ai sensi dell’art. 838 del Codice Civile, in quanto ne esistono i presupposti; in quanto, cioè, nuoce “gravemente al decoro delle città o alle ragioni dell'arte, della storia o della sanità pubblica”.

L’obbligo che ha il Sindaco, che hai caro Lillo, discende invece dal Codice Urbani: in assenza dell’intervento del proprietario dell’immobile vincolato, volto a mettere in sicurezza l’immobile stesso, il Comune deve intervenire sostituendosi al proprietario e rivalendosi sullo stesso. Detto in soldoni, come sai, il Comune pone in essere gli interventi volti a mettere in sicurezza l’edificio rivalendosi sul proprietario per quanto riguarda l’aspetto economico.

Il Comune fin’ora non ha fatto nulla di tutto ciò ed è strano, se si vuole usare un eufemismo, visto l’interesse che hai dimostrato nel recupero di piccoli angoli del territorio empedoclino anche mettendo, per esempio, un faro che illumina graziosamente una palma.

Perché rimani in operoso nei confronti di quella che lo stesso Burgio definisce “un’opera d’arte”? Nell’ultimo volantino ho detto che non vorrei che la buona ordinaria amministrazione che stai attuando altro non sia che “un’arma di distrazione di massa”. Io faccio le piccole cose, quelle che mi fanno fare, ma mi volto dall’altra parte quando vedo certo degrado per affrontare il quale dovrei scontrarmi con quel sistema di potere che mi ha fatto eleggere e potrebbe farmi fare la fine che ha fatto fare a Guarraci e Ferrara o non appoggiare una eventuale mia ricandidatura (e già questo si dice in giro, saranno voci ma …); questo potebbe essere il tuo pensiero.

Se così non è, perchè, caro Lillo,  questo disinteresse verso la Palazzina Montagna? C’è forse qualcuno in conflitto di interessi?

Dal marzo 2009 ad oggi è passato più di un anno e ogni giorno che passa aumentano le responsabilità. Ad oggi sull’immobile non si vede nessun intervento, mi auguro almeno che sia partito l’iter amministrativo, mi auguro soprattutto che tu sia libero perché vorrei vederti ancora sindaco, sganciato però dal sistema di potere che ti ha eletto, per i prossimi cinque anni.


Cordiali saluti
Adolfo Montagna

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