martedì 30 novembre 1999

Invito al presidente Troja

Il ventiquattro giugno scorso si è tenuta la Conferenza programmatica provinciale di Alleanza Nazionale: parole in libertà sulle quali sorvolo perché è di Porto Empedocle che desidero parlare: Mi è parso infatti interessante nonché confermativo del personaggio il discorso del Presidente del Consiglio Troja.
Egli ha affermato di sapere dove andare pur non tenendo in casa il busto del Duce.
Affermazione ovvia giacchè la sua pur breve storia politica ce lo ricorda veleggiante tra centro-sinistra e centro-destra; nei partiti di centro e, adesso, in Alleanza Nazionale di cui recentemente Fini ha ribadito la collocazione a destra.
Sa dove andare il Presidente Troja e per raggiungere la meta cambia “veicolo” senza troppo pensarci sopra.
Pratica invalsa a tal punto, quella di cambiare partito, da non abbisognare di motivazioni.
Sarebbe invece interessante sapere dal Presidente Troja, cosa lo ha spinto a destra e/o cosa non andava più, secondo lui, nell’UDC.
Rimane il fatto di carattere generale che oggi spesso si esce da un partito senza esservi mai entrati e si entra in un partito senza mai entrarvi veramente.
Ma passiamo oltre perché nel discorso che il Presidente Troja ha tenuto alla Conferenza Programmatica c’è una parte importante che va sottolineata.
Egli ha fatto riferimento al libro sugli sprechi della politica di Stella e Rizzo “La Casta,” oggetto di molti articoli giornalistici tra i quali il più interessante mi è sembrato fin’ora quello di Sergio Romano pubblicato sul Corriere di qualche tempo fa in cui l’ex ambasciatore sostiene che “La Casta” può rappresentare per la seconda repubblica ciò che rappresentò l’arresto di Mario Chiesa per la prima repubblica.
Mi auguro che il Presidente Troja sia sempre pronto a denunciare gli sprechi della politica empedoclina, se ce ne sono e se ce ne saranno, ovviamente, e desidero invitarlo ad andare oltre. Desidero invitarlo ad affrontare il problema degli incarichi professionali che in questi ultimi anni sono stati conferiti a professionisti notoriamente vicini alla politica o a loro parenti.
Incarichi che sono anche la causa di quell’esposizione finanziaria del comune denunciata qualche tempo fa dal sindaco con apposito manifesto.
Nulla di illegittimo per carità, si tratta, semmai, e comunque non è cosa da poco, di una violazione dell’etica, di quella conformità alla legge morale volta al conseguimento del bene di tutti cui l’operato del politico dovrebbe tendere.
Si tratta di  atti pubblici che la legge sulla trasparenza consente di visionare, ma ritengo che il Presidente Troja, proprio in forza del richiamo moralizzatore fatto nel suo discorso alla Conferenza programmatica di AN e del ruolo istituzionale che ricopre, sia il soggetto politico più adatto a farsi carico di un’ azione che per certi versi potrebbe essere definita rivoluzionaria e segnerebbe un vero e proprio segnale di discontinuità verso le operazioni di cosmesi cui ormai la politica empedoclina ci ha abituato.

Adolfo Montagna

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