martedì 30 novembre 1999

Il Sindaco e lo scrittore

  
C’è un vento greve oggi a Porto Empedocle, un vento che viene dal mare e dopo avere accarezzato l’acqua del porto con tutto il suo grassume corre ad abbracciarmi trasmettendomi una sgradevole sensazione di sporcizia che mi distrae dai pensieri dai quali mi piace lasciarmi cullare. Sono seduto al tavolo di un bar i cui locali un giorno ospitarono lo storico “Caffè Castiglione”. Altri tempi. Altra gente. E che gente!
Alzo gli occhi e vedo la gigantografia del “colpo di genio” di Lillo Firetto. Una grande tela che copre quasi tutta la facciata superiore del palazzo comunale vede ritratti il sindaco ed Andrea Camilleri con in basso la data di nascita della “Fondazione Andrea Camilleri”: 23 maggio 2009.
Sarà allocata nella diruta casa di campagna della famiglia Camilleri, che lo scrittore ha donato al Comune di Porto Empedocle.
“Colpo di genio” è anche la statua di Montalbano con le fattezze di Pietro Germi.
“Colpo di genio” anche i festeggiamenti ad un empedoclino famoso ma piuttosto ritroso verso concittadini e gli amici di un tempo.
“Colpo di genio” perché tutto ciò ha consentito a Firetto e a Porto Empedocle una positiva notorietà altrimenti inarrivabile.
Camilleri entra ed esce dalla politica empedoclina con insospettata levità.
Passati i tempi in cui si faceva prendere dalla febbre  leggendo “La condition humaine” ha ammiccato prima all’amministrazione Ferrara ed oggi benedice quella presieduta da Firetto ed il rigassificatore. Nel frattempo su Micromega pubblica le “poesie incivili” e cerca financo di ritagliarsi un ruolo politico pensando di fondare un partito di coloro i quali un partito non lo hanno.
Ci racconta delle sigarette che fuma, delle sue intemperanze giovanili, di un idrovolante, che i suoi coetanei non hanno mai visto ammarare, venuto a prendere la prelibata granita di Castiglione per portarla a Villa Torlonia..
Affabulatore instancabile ama l’iperbole che inserisce nei racconti di vita vissuta. Ma è uno scrittore e un po’ di fantasia non guasta. Anche nelle interviste.
Mentre si gode il suo meritato successo Camilleri diventa quasi naturalmente, forse senza volerlo, mentore di Lillo Firetto. Niente più Malraux e forse nemmeno Beckett, Camilleri continua a parlare della sua infanzia delle sigarette che fuma…di Sciascia.
Ah dimenticavo, ha trovato anche il tempo di interessarsi del barocco di Noto.
E Porto Empedocle?
E no amici! da Porto Empedocle, anzi dagli empedoclini, lui riceve solo onori e quando sarebbe il caso di scendere in campo l’incontenibile affabulatore si trincera dietro un silenzio peloso.
Ma perché il prolifico scrittore non ha preso la penna il 15 febbraio 2009? Perché l’incontenibile affabulatore è rimasto silente quel 15 febbraio?
Il 14 febbraio 2009 Gian Antonio Stella, aduggiato dietro il suo successo editoriale, ha pubblicato sul Corriere della Sera un articolo che avrebbe dovuto far saltare in aria Camilleri, fargli venire la febbre, suggerirgli un’altra “poesia incivile”.
Un articolo frutto di un giornalismo interessato volto a raggiungere un fine senza preoccuparsi dei mezzi usati, la cui sintesi potrebbe essere questa: Porto Empedocle, definita “immonda discarica”, è una schifezza ergo “si merita” il rigassificatore, punto. E se le lamcette dell’orologio potessero tornare indietro chissà, anche le camere a gas.
Silenzio anche dalle istituzioni. Sindaco, presidente del Consiglio, Pro Loco.
Il 10 aprile scorso Gian Antonio Stella è tornato alla carica con una articolo, sempre sul “corrierone”, salutato come positivo da una certa superficialità empedoclina, considerato riparatore del precedente, lavacro di molte coscienze.
Tutta questione di sensibilità; per me da quest’ultimo articolo esce un ritratto di Porto Empedocle somigliante alla Coketown di “Tempi difficili” nonostante un alito di speranza rappresentato, secondo Stella, ovviamente, dal rigassificatore.
Stella racconta ai non empedoclini, perché solo loro possono credergli, di una decadenza che si è fermata, come se bastasse qualche lustrino qua e là, il recupero di qualche opera faraonica che si ricorda della mitica Cassa Depositi e Prestiti, per poter parlare di decadenza che si arresta.
Firetto ce la sta mettendo tutta, ma basta guardare i luoghi fisici per giudicare in paese? Basta farsi raccontare qualcosa dall’accompagnatore di turno? Come si fa a giudicare e a scrivere quei giudizi sul Corriere della Sera senza conoscere le dinamiche sociali di un paese? Senza conoscere il sistema di potere occhiuto più che mai onnivoro quanto mai? Come si fa senza conoscere i tacchini che pensano di volare come fanno le aquile? Come si fa senza conoscere quelli che Tonelli definiva “mercanti di dolore”?
A tutti e due gli articoli di Stella ha risposto il Sindaco di Agrigento per difendere leproprie posizioni. Da Porto Empedocle niente solo vacui, superficiali e poco dignitosi larghi sorrisi.
Adesso mi sento irrequieto, non più per le carezze della brezza marina carica del grassume dell’acqua del porto no. Adesso mi sento schiaffeggiato del decadimento morale di Porto Empedocle che non sapendo scegliere continua a farsi scegliere. 
Adolfo Montagna

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